Il 19 luglio 1996 ore 16.58, è un caldo pomeriggio di una domenica di luglio e all’improvviso un boato: brillano circa 90 chili di esplosivo in un’autobomba in via Mariano D’Amelio a Palermo dove perdono la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano 42 anni, Emanuela Loi 24 anni, Claudio Traina 27 anni, Vincenzo Li Muli 22 anni e Walter Eddie Cosina 31 anni. L’unico sopravvissuto è l'agente Antonino Vullo, unico testimone della drammatica vicenda che si è consumata davanti ai suoi occhi.
“Una grande ferita nel cuore del Paese che ogni anno si rinnova di dolore nel ricordo di quella terribile strage – ha sottolineato il Primo cittadino, Stefano Cecchi – Paolo Borsellino fu uno dei primi a sostenere fortemente l’importanza dell’educazione alla legalità a partire dalle scuole. Anche nella nostra Città si è tenuto un percorso formativo con i nostri ragazzi sul valore civico e sociale su cui tanto si è battuto Borsellino e siamo molto soddisfatti dell’importante sinergia che si è sviluppata tra il mondo scolastico, la chiesa alla presenza del Vescovo e la nostra Amministrazione che sarà sempre presente per portare avanti questo importante obiettivo.”