Il percorso di trasformazione dello Stemma del Comune di Marino coincide con i momenti salienti della vita della sua comunità. La figura al galoppo utilizzata nel timbro a secco, dai tratti chiaramente femminili che regge un vessillo bifido appare per la prima volta in un documento datato 7 luglio 1740. Lo stesso appare in molti altri atti conservati nell’Archivio di Stato di Roma e in una pergamena del 1564 firmata da Marcantonio Colonna, signore di Marino. Si legge chiaramente la scritta “Siggillum Terrae Mareni”. La figura galoppante con i capelli al vento cavalca un cavallo bianco, simbolo di Casa Colonna ma non è plausibile, come si poteva a prima vista ipotizzare, che la scena si riferisca a un episodio della Battaglia di Lepanto avvenuta, infatti, anni dopo, nel 1571. Quando Papa Pio VII nel 1816 istituisce la Comarca di Roma, un distretto che comprende oltre al capoluogo anche i territori limitrofi, lo stemma subisce il primo cambiamento. In primo luogo alla scritta Terrae Mareni si sostituisce quella di “Comunitas Mareni” e la figura impressa nel sigillo diventa un cavaliere su un cavallo rampante con l’asta e il vessillo bifido, elemento questo che non verrà mai abbandonato. Le successive trasformazioni riguardano i particolari dello stemma: dai colori, allo scudo e al vessillo bifido svolazzante fino ai disegni ornamentali e l’inserimento di altri elementi come la corona di Principe che si nota sullo stemma ritrovato fra le macerie il 4 giugno del 1964. L’iter per il riconoscimento ufficiale dello stemma e del gonfalone è lungo e laborioso. In un carteggio di diciannove fogli di Papa Gregorio XVI l’antico Ferento si eleva a Municipio e molti altri dettagli contribuiscono a delineare lo sviluppo storico e urbano della città. Nell’anno 2001 nell’ambito dei lavori di rifacimento della sala consiliare l’amministrazione incarica Antoine Cesaroni di riprodurre lo stemma e, nel 2004 approva la proposta di determinazione dello Stemma e del Gonfalone di Marino secondo un grafico che, però, nel 2006 viene ulteriormente rivisto fino all’attuale. L’aspetto più contraddittorio che ha suscitato dubbi è la figura umana in groppa al cavallo tanto che l’Ufficio Onorificenze e Araldica ha richiesto numerosi chiarimenti in merito. La scelta finale del cavaliere con i capelli lunghi al posto di una fanciulla è, dunque, frutto di un compromesso tra le origini dello stemma e la storia della città.
- Fonte "Marino è Città" di M. Canestri