Il presente testo è tratto dal libro “Santuario Madonna Acqua Santa" - Storia e miracoli di Ermanno Mantovani, devoto del Santuario.
Madonna dell’Acqua Santa
Un santuario nel cuore dei marinesi
Custodiamo nella memoria il presente
Prendendo la via per Albano si scende in una valle profonda coperta da alberi folti e assai pittoresca. Questa è la famosa valle consacrata alla Dea ferentina, venerata già dai Latini e dagli Ernici come dea dell’acqua e della fertilità. E’ qui che sorge il piccolo Santuario della Madonna dell’Acqua Santa nel quale è custodita un’immagine di Madonna con Bambino dipinta su un blocco di peperino a cui piedi, coperta da una botola, sgorga da tempo immemorabile una sorgente d’acqua purissima ritenuta “ miracolosa”. Nella parte superiore vi è la scritta: " APUD TE EST FONS VIATE “ presso di te è la fonte della vita Vari eventi definiti dalla tradizione popolare come “miracolosi”, che si ritiene siano avvenuti tramite l’intercessione della Madonna, sono in parte documentati dai numerosi ex voto per grazia ricevuta presenti nel Santuario, donati da chi si ritiene beneficiario delle “grazi divine”. L’aneddoto più rappresentativo è quello del “Cavallo imbizzarrito” “Vuole una leggenda che, in un tempo molto lontano, un uomo alla guida di un carro trainato da una cavallo percorresse la strada che in ripida discesa scendeva verso l’acqua Ferentina. Ad un tratto, inspiegabilmente, il cavallo si imbizzarrì e si gettò in una corsa sfrenata giù per la discesa. L’uomo, rendendosi conto dell’impossibilità di fermare il cavallo e vedendosi avvicinare velocemente lo stretto tornate nei pressi del fosso dell’acqua Ferentina, impossibile da superare a quella folle velocità, si sentì perduto e invoco la Madonna”. Poco prima del tornante, da un cespuglio, usci una donna che, portatasi in mezzo alla strada, porse una ciotola di acqua al cavallo e questo, arrestata la sua pazza corsa, bevve mansueto. L’uomo, ripresosi dallo spavento, scese dal carro per ringraziare quella signora ma non la trovo più, quasi si fosse dissolta nel nulla. Al carrettiere nella stessa notte in sogno apparve proprio quella misteriosa signora che lo invitava a recarsi tra i rovi nei pressi di quel tornante, proprio lì dove si era arrestato il cavallo. L’uomo fece esattamente così. La mattina seguente si reco nel punto indicato e tra la vegetazione rinvenne, dipinta sulla roccia, l’immagine della Madonna con il Bambino in braccio e una ciotola di acqua nella mano. Non solo, ai piedi dell’immagine, vide sgorgare dell’acqua limpidissima.” Di questo luogo se ne parlava già nel secolo XII. SE S. Bonaventura da Bagnoreggio, generale dell’Ordine Francescano, vi era solito sostare in preghiera e meditazione quando si recava a Marino durante le sue passeggiate a cavallo. Nell’estate del 1260 ebbe l’ispirazione di riunire nel segno di Maria tutti gli uomini di buona volontà e decise di costituire la prima confraternita del Gonfalone. Nell’altare del crocifisso posto sulla parte sinistra, si nota attualmente lo stemma del Terzo Ordine Francescano. Sempre sulla sinistra della cappella, in una nicchia quadrata, si nota un crocifisso ligneo, appostovi dal notaio marinese Fumasoni. Il fondo, recentemente scialbato, fu dipinto con vedute prospettiche di paesaggi, da Massimo D’Azeglio su commissione dello stesso notaio. La chiesa ha una struttura piuttosto semplice e particolarmente povera di decorazioni in perfetto stile romanico. Possiede la particolare caratteristica di essere stata scavata in un blocco compatto di peperino. La costruzione del fabbricato della chiesa è databile intorno all’anno 1200, mentre la facciata esterna risale al 1819. All’interno del Santuario, sulla parte destra, si nota subito un cunicolo nella parete di peperino che serviva a recuperare, tramite trasudo e condensazione, le acque meteoriche assorbite dal peperino alimentando così le falde acquifere della zona. All’esterno della chiesa, chiusa da una porticina, vi è una grotta molto caratteristica interamente ricavata nel banco di peperino. Al suo interno vi sono state scalpellate alcune nicchie che, presumibilmente, contenevano le statue delle divinità pagane venerate in epoche remote. Da qui è possibile pensare che il posto fosse stato successivamente scelto anche dalla Lega delle Confederazioni Latine come luogo d’incontro e di venerazione in onore della Dea Ferentina. Oggi come allora è il gruppo dei “ Fedeli del Santuario” che, da memoria storica, il custodiscono il decoro, la quiete, e la natura profondamente mistica di questo gioiello di Marino. Il Santuario è aperto la domenica mattina alle ore 9:00 per le celebrazioni liturgiche.
Le celebrazioni liturgighe si svolgono la domenica alle ore 10:00